Avevo diciott’anni quando comprai il mio primo libro sul Tao.
Ricordo ancora la copertina ruvida, le pagine sottili, e quel concetto semplice e potente: la vita è equilibrio tra polarità. Tra il pieno e il vuoto, tra il fare e l’essere, tra lo yang e lo yin.

Da quel momento, senza saperlo, la mia vita è diventata un eterno esercizio di bilanciamento.
Tra ambizione e maternità, tra radici e nomadismo, tra la concretezza del marketing e l’invisibile che abita l’anima.

Da una parte, la mia energia maschile: razionale, organizzata, capace di strategia, di obiettivi chiari e visione imprenditoriale. È quella che mi ha fatto fondare aziende, lanciare progetti digitali, consigliare brand e costruire business.

Dall’altra, la mia energia femminile: ricettiva, profonda, intuitiva. È quella che mi ha portata ad ascoltare il corpo, a lavorare con il ritmo, a specializzarmi nel counseling antroposofico, nel benessere femminile, nel lavoro biografico.

Non sempre ho saputo mantenerlo, questo equilibrio.
A volte ho corso troppo, altre mi sono persa nel sentire.
Ma ogni volta ho imparato qualcosa: che l’una senza l’altra si spegne.
E che solo quando entrambe danzano insieme, posso essere davvero me stessa.

Oggi il mio lavoro nasce da questa danza.
Ed è proprio lì, tra questi due poli, che accompagno le donne che scelgono di camminare con me.